La vittima:"E' stato punito abbastanza"
"Polanski ha pagato abbastanza, lo perdono". Si conclude così, dopo oltre 30 anni, la vicenda di Samantha Geimer, che all'età di 13 anni fu stuprata dal regista francese nella piscina della villa dell'attore Jack Nicholson. I fatti risalgono al 1977 e da allora Polanski è stato esiliato dagli Stati Uniti. "Ritengo che sia stato punito abbastanza per quello che ha fatto e non gli serbo più rancore, fare errori è umano", ha detto la Geimer.
"Ho una vita felice e altrettanto auguro a Polanski", ha spiegato la donna a "Vanity Fair". Samantha ora ha una famiglia, è sposata e vive nelle isole Hawaii, ma non dimentica la brutta disavventura che segnò la sua ifnanzia. Il regista abusò di lei nel 1977, dopo averla invitata per un servizio fotografico nella villa californiana di Nicholson, promettendole una carriera da modella e un servizio fotografico su una rivista di moda francese.
"Prima mi offrì dello champagne, poi facemmo alcune foto in piscina, anche a seno nudo. Allora pensavo che fosse una cosa normale in Europa - ricorda la signora Geimer, che presto fu oggetto delle attenzioni erotiche del regista -. Solo quando entrò in acqua, cominciai ad accorgermi che qualcosa non andava. Mi negai a lui ripetutamente, ma Polanski non la smetteva di molestarmi e alla fine non seppi più come fare per resistergli".
All'epoca dei fatti Samantha era solo una 13enne, ma trovò il coraggio di denunciare il regista. Condotto l'8 agosto 1977 davanti al giudice di Santa Monica, Lawrence Rittenband, Polanski ammisa le sue responsabilità, ma il giorno prima che venisse emessa la sentenza scappò precipitosamente in Europa, evitando il carcere e sancendo di fatto il suo esilio forzato dagli Usa.
Un gesto che già allora non sconvolse la piccola Samantha Geimer. "Anche se ero giovanissima, mi resi conto che Polanski non avrebbe avuto un processo equo - ha raccontato la donna -. Fin dall'inizio il giudice aveva affermato di volerlo sbattere in galera per 100 anni". A dar fastidio a Samantha fu anche la smania di protagonismo del giudice, che "voleva un processo mediatico, poiché aveva promesso a Polanski una riduzione della pena se avesse acconsentito a far entrare in aula le telecamere della televisione". Tutto questo però fa parte del passato. Ora Samantha ha deciso di perdonare il suo aguzzino.