ero appena sposato..avevo bisogno di soldi...sapevo che non era buona cosa buttarsi sulla prima nave che capitava...erano sempre le peggiori.ma dovevo per forza partire....accettai un imbarco su una carboniera di 80.000 Tn,in mare sembrava una piccola isola...ma agonizzante. caricava carbone..i viaggi erano fissi; genova...new Orleans. partii come al solito,con la morte nel cuore...una morsa che ti stringe il petto,un dolore che è difficile spiegare.gli altri si muovono intorno a te con naturalezza ,tu invece sei in una sorta di ipnosi,sei tu...da solo. svuotai meccanicamente le valige nella cabina,e in una rapida occhiata capii che mi trovavo su una vera carretta del mare.dovevamo da li a poco affrontare l'atlantico,sapevo per esperienza che non è un gioco. partimmo,carichi solo di zavorra..quindi ballavamo facilmente...era difficile anche mangiare. date le dimensioni della enorme nave,quando iniziava a rollare non la finiva più...ricordo che dormivo ,mettendo sotto il materasso,da un lato i cuscini, e dall'altro il salvaggente,in modo che si formasse una sorta di incavo dove potersi stendere a dormire senza muoversi una continuazione insieme alla nave.dopo un paio di giorni..passammo gibilterra..sembrava andare tutto bene,il motore andava,i giorni di guardia si alternavano con tranquillità,fin quando una notte erano,circa le 2:30 mi chiamarono....emergenza in macchina....le sirene si accavallavano,era tutto un lampeggiare...calzai una tuta e mi precipitai in macchina...già scendendo le scale sentii il motore,che non aveva la solita limpida voce.quello che sentii era un rantolo di sofferenza.il motore aveva preso fuoco all'interno...le navi hanno un impianto di emergenza per questi casi,un impianto di Co2.una volta aperto questo circuito,il gas entra all'interno del motore e spegne il fuoco..rallentammo i giri aprimmo il gas e riuscimmo a spegnere.ma finirono anche le possibilità...non avremmo potuto farlo una seconda volta.dovevamo risolvere il problema...intanto eravamo nell'atlantico a motore fermo...in balia delle correnti.smontammo subito il cilindro incriminato.trovammo le fasce elastiche completamente consumate,i gas riuscivano a passare il pistone e potavano il fuoco nel motore.tutto chiaro..il fatto era che noi non avevamo fasce di ricambio,fummo costretti a rimontare il tutto coscienti che poteva riprendere fuoco da un momento all'altro e che non avevamo più Co2..finimmo il lavoro col comandante che urlava dal ponte che stavamo per arenarci su quelle isole che sono fuori gibilterra di cui ora non ricordo il nome. ripartimmo giusto in tempo mi fù detto il giorno dopo a pranzo..ogni ora di guardia era un tormento,temperature che salivano,tubi di vapore che esplodevano,perdite ovunque.non si dormiva più..invece dei soliti tredici giorni ne erano passati già 20 ed eravamo ancora in pieno oceano quando verso le 10 di mattina,eravamo quasi tutti in macchina,il motore cambiò il suono tranquillo in uno straziante strisciare di suoni sofferenti...aveva ripreso fuoco.......questa volta non potevamo fare niente...fermare il motore sarebbe stato peggio(il ricircolo dell'aria costringe il fuoco a contenersi)abbassammo il numero di giri,e riflettemmo sul da farsi...ben presto la pittura all'esterno del motore avrebbe preso fuoco,non ci sarebbe rimasta che la fuga...ma scappare dove??decidemmo di chiudere il cilindro incriminato,ci dovevo andare io...l'elettricista mi doveva fare da assistente..dovevamo chiudere le valvole arroventate subito sopra il collettore all'interno del quale c'era la fonte dell'incendio.l'elettricista era un ragazzo di torre del greco che mi guardava col terrore sul volto..capii che non mi sarebbe servito a molto,ma almeno avrebbe potuto chiamare aiuto se fosse successo il peggio. ci inoltrammo nella sala macchine..individuammo le valvole,arrangiammo uno sgabello e salii allungandomi verso la prima valvola.il calore mi bruciava la faccia l'aria era irrespirabile,il sudore appannava la vista.con l'aiuto dei guanti riuscii a chiudere la prima valvola..mi lanciai subito sulla seconda ed ultima,ma dopo un po di giri dovetti raddrizzarmi un attimo,sentii la tuta che ritoccò il corpo...era arroventata,,per poco non urlai...mi allontanai e feci segno al mio compagno di continuare lui ..ma proprio dove puntai il dito..scoppiò l'incendio,se fossi rimasto li un attimo in più mo non starei qui a scrivere.ci lanciammo sugli estintori..........continua....scusatemi ma..mò ngià facc chiù...riman