Il face painting è l'ultima moda. Volete imparare? Potete avere come maestro un famoso make up artist giapponese. Basta armarsi di polveri, matite, pennelli
Che emozione sentire sul viso della modella solo il movimento sensuale del pennello», racconta Uda, il make up artist giapponese che ha creato per Velvet il trucco artistico di queste pagine. «Perché ho usato ideogrammi in sanscrito? Per la loro forza spirituale e, soprattutto, per la loro eleganza». Il gioco è presto fatto. Chi vuole mettersi alla prova, basta che consulti il dizionario della scrittura giapponese (si dice così?) e scelga il kanji che più gli piace (i caratteri sono tantissimi, circa 1945 quelli di uso comune). «Suggerisco, però, di disegnare ideogrammi più piccoli, di colore meno intenso, solo a lato degli occhi, delle guance o del collo. Aggiungeranno molto charme», dice Uda.
Altre idee? Ci si può ispirare alle passerelle: alcuni stilisti hanno proposto un tipo di make up che richiama proprio gli ideogrammi. «Da Kenzo, una riga di matita o di eyeliner grafica e spessa sottolinea e allunga l'angolo esterno dell'occhio», spiega Massimiliano Della Maggesa, senior make up artist di Mac. «Da Paul Smith, invece, il tratto riempie tutta la palpebra mobile e disegna anche la rima della palpebra inferiore. Viste da B. Sarafpour e da Romeo Gigli le geishe truccate con due varianti di smoky eyes ipercolorati, giallo fluo e fucsia, che incorniciano tutto lo sguardo; oppure il rosa acceso sugli occhi, che viene sfumato anche sulle guance».
Ovviamente, ci vogliono una bella mano ferma e molta tecnica per realizzare un trucco che si avvicina più all'arte che al make up. E non solo a quella giapponese. «Sfogliando il book delle sfilate autunno/inverno sembra di entrare in un museo: echi di Pop Art, sfumature alla Vermeer e alla Schiele, puntinismo, assimmetrie. Tantissime le evocazioni pittoriche, di conseguenza bisognerebbe educare meglio le donne all'uso di polveri, matite e pennelli per evitare che, prese dall'estro della creazione, possano fare pasticci inenarrabili», commenta Della Maggesa. «Quest'inverno il trucco si vedrà e sarà decisamente d'impatto.
Una sorta di ''face painting'', come mi piace definirlo, che diventa parte integrante della pelle tanto è curato (linee ben equilibrate, sfumature pulite, contorni perfetti), insomma un gran lavoro». Punto di partenza? Come sempre la pelle, la nostra tela. Perché risulti omogenea e compatta va ombreggiata, per creare zone di assorbimento e di riflessione della luce, e va lavorata con scrub leviganti prima di applicare la base uniformante, il trattamento idratante, il fondotinta. L'effetto finale è una carnagione assolutamente mat, ideale per essere disegnata. Con quali colori? «Per lo sguardo prediligo il bordeaux, il grigiobeige, il marrone e il blu navy, capaci di esprimere potere e delicatezza allo stesso tempo.
Mi piace anche il nero, lo uso se devo imprimere al trucco più forza», spiega Uda.
«Per la bocca sceglierei il rosso vermiglio, il bordeaux, l'arancio, il marrone scuro. Il tutto, comunque, sempre studiando l'equilibrio di occhi e labbra ». Ma come si fa? «Ribadisco, niente è lasciato al caso, un buon risultato si ottiene solo con gli attrezzi giusti: se c'è qualche dubbio, è meglio chiedere spiegazioni a noi professionisti», continua Massimiliano Della Maggesa. «Due esempi: per disegnare gli occhi il pennello più facile da gestire ha le setole dure ed è tagliato in obliquo.
Si possono così tracciare, senza sbagliare, linee dritte, usando sia ombretti in polvere sia in crema e con la sua punta si possono addirittura disegnare tanti piccoli puntini. Per la bocca, invece, il pennello è piatto, ideale per definire in modo preciso i suoi contorni. Indispensabile anche una matita in tonalità più scura del rossetto che, in questa stagione, ha la texture opaca ed è in toni accesi o addirittura drammatici stile anni Trenta e Quaranta. Insomma, mai così vero il motto ''enough is never enough''. Buon lavoro ragazze».