00 05/03/2009 08:31


"Loyos sta coprendo altri due romeni"

Karol Racz, il ragazzo romeno con in naso schiacciato da pugile, accusato di avere rapinato e stuprato una 14enne a San Valentino, nel Parco della Caffarella a Roma, passa al contrattacco e ora scarica le responsabilità su Alexandru Isztoika Loyos, il "biondino" che lo ha accusato e poi ha ritrattato tutto. "Sta proteggendo altri due romeni per una storia che avevano in sospeso. Mi ha accusato per paura".

Il "pugile" è recluso dal 18 febbraio. Per la prima volta parla e si difende dalle accusa, prima col suo avvocato, Lorenzo La Marca, assistito da un interprete; poi con il deputato radicale Marco Beltrandi, che ha visitato i detenuti con un'assistente romena. "Quei due lo avevano terrorizzato - racconta Repubblica - e Alexandru era già in debito con loro. Una cosa vecchia, una storia che non è nemmeno cominciata in Italia. Avevano dei conti in sospeso. Se lui ha accusato me, sono convinto lo abbia fatto per proteggere loro".

Il romeno si proclama innoncente. "Io non ho fatto niente. In Romania ho vissuto sempre in un orfanotrofio. Non ho moglie, non ho figli, non ho nessuno. Sono venuto in Italia tre anni fa, - continua Repubblica - ho vissuto un po' a Livorno e poi sono tornato all'estero. Un anno e mezzo fa sono rientrato a Roma, ma da un po' mi ero trasferito di nuovo a Livorno. È solo un caso se in quei giorni ero a Roma, nelle baracche".

Quando è arrivato in carcere, era pieno di contusioni. Lo testimonia un referto del Pronto soccorso.

Alexandru il "biondino" parla l'italiano. "Sono stato picchiato e minacciato negli interrogatori - racconta al deputato radicale - prima dai poliziotti romeni e poi da quelli italiani. M'hanno fatto vedere una foto e mi hanno chiesto se lo conoscevo: certo che lo conoscevo! Era Racz. Io non l'avevo mica accusato di niente ma mi hanno riempito di botte, e mi hanno costretto a dire che ero stato io".

Non hanno dubbi, invece, gli investigatori. Alexandru è stato riconosciuto dalla ragazzina. La sua confessione, resa "spontaneamente", è piena di dettagli. Le indagini ora si concentrano sul cellulare sequestrato al "biondino", senza la scheda sim, e sugli esiti di altri test biologici condotti sul fidanzatino.

Per ora i romeni restano in cella: toccherà al tribunale del Riesame decidere se confermare gli arresti.






tgcom