00 20/09/2008 01:11
Novità per gli intolleranti al glutine
Dire addio all'alimentazione super controllata, priva di cereali e basata su alimenti “glutine free” è il sogni di tutti i celiaci, ma il momento in cui potrà trasformarsi in realtà non sembra più così lontano. Gli studiosi ipotizzano una vera rivoluzione per i pazienti nel giro dei prossimi cinque anni grazie a una nuova pillola da assumere prima dei pasti, che permette di bloccare l'effetto tossico del glutine sul fisico di chi non lo tollera. Sono in corso inoltre alcuni studi sull'uomo anche per un nuovo farmaco, una proteasi che aiuta i pazienti a digerire il glutine. Alcune novità anche sul fronte della messa a punto di vaccini specifici nei confronti della malattia.

Tutte queste novità emergono in occasione del Congresso Internazionale organizzato dall'Associazione Italiana Celiachia. Soltanto in Italia la malattia colpisce oltre 75.000 persone, ma si stima che siano oltre mezzo milione gli italiani che non sanno di essere celiaci. La ricerca sta compiendo, per fortuna, rapidi progressi.



La sperimentazione della pillola sui primi 110 pazienti ha dimostrato che il farmaco, scoperto tre anni fa negli Stati Uniti da un ricercatore italiano, elimina i sintomi associati al consumo di glutine nell'85 per cento dei casi; entro dicembre saranno disponibili i risultati su altri 180 pazienti. "La dieta priva di glutine è assolutamente sicura, ma impone restrizioni alimentari difficili da seguire, soprattutto in particolari età della vita come quella adolescenziale - dichiara Umberto Volta, Responsabile del Centro per la Diagnosi di Celiachia dell'Ospedale S.Orsola - Malpighi di Bologna e Presidente del Comitato Scientifico dell'AIC, l'unica associazione pazienti italiana - i celiaci inoltre sono sempre esposti al pericolo delle contaminazioni e hanno il desiderio di tornare a mangiare normalmente. Da qui la grande spinta perché la ricerca fornisca una terapia alternativa".

La pillola anti glutine è stata sperimentata sui ratti ed è a base di un farmaco inibitore di una proteina intestinale, la zonulina: gli animali trattati mantenevano intatta la barriera intestinale e non producevano gli autoanticorpi che scatenano la reazione immunitaria. Come spiega Alessio Fasano, direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia e Biologia Mucosale dell'Università del Maryland a Baltimora, negli Stati Uniti, i risultati ottenuti da allora sono stati così positivi che gli esperti hanno già cominciato a studiare il farmaco nell'uomo, percorrendo in soli tre anni i passi che di norma si realizzano in dieci o quindici anni. Nella fase più recente di sperimentazione clinica condotta su un centinaio di pazienti, il farmaco ha dimostrato di essere molto efficace: i celiaci trattati con un placebo ed esposti al glutine hanno sviluppato i sintomi classici nel 75 per cento dei casi, mentre i pazienti trattati li hanno avuti in appena il 14 per cento dei casi.




Il farmaco blocca l'aumento della permeabilità intestinale indotto dal glutine inibendo una proteina, la zonulina, una specie di chiave che apre le porte fra una cellula e l'altra della parete intestinale. L’intestino è coperto da un singolo strato di cellule che formano una barriera contro gli attacchi esterni, ma i celiaci perdono questa caratteristica proprio perchè producono troppa zonulina. Ed è per questo che "invasori" come il glutine entrano nell'organismo: dalle "porte" aperte dalla zonulina passano nell'organismo frammenti tossici di glutine non completamente digerito, che danno l'avvio alla risposta del sistema immunitario, responsabile dei sintomi tipici della malattia. La pillola anti-celiachia, assunta prima dei pasti, potrebbe perciò impedire il passaggio del glutine nel corpo, la successiva reazione immunitaria e quindi il danno alla mucosa intestinale.

E' allo studio sull'uomo anche un altro farmaco in grado di rendere il glutine "innocuo": si tratta di una proteasi capace di smantellare completamente il glutine, digerendolo del tutto e rendendolo perciò non tossico per i pazienti. "La proteasi, isolata dai ricercatori del Dipartimento di Chimica dell'Università di Stanford in California, è nella fase uno di sperimentazione sull'uomo e si attendono i primi risultati entro il prossimo anno. Spiega Fasano: “Sappiamo già che l'approccio funziona, stiamo cercando di capire come utilizzare il farmaco al meglio”.

Entro fine anno saranno anche avviati a Melbourne in Australia i test clinici sull'uomo di un vaccino che per la prima volta al mondo non previene una malattia autoimmune, ma la cura. Il vaccino curativo è in grado di '”riprogrammare” il sistema immunitario dei celiaci per indurlo a tollerare il glutine. Il sistema immunitario dei pazienti percepisce il glutine come un elemento estraneo e, anziché eliminarlo, scatena una risposta alterata. ''Il vaccino, attraverso un metodo molto complesso, intende bloccare questa reazione autoimmune. E' tuttora in sperimentazione sull'uomo anche un vaccino più classico, in grado di prevenire la comparsa della malattia nelle persone a rischio: si tratta del vaccino anti-Rotavirus, che dovrebbe eliminare uno dei fattori che accelerano la comparsa della malattia nei soggetti predisposti.