Eravamo in tre a vederlo e io sono stata quella un po' più critica.
C'era un doppiaggio terribile: Truman Capote (che pronunciavano Capoti) aveva questa voce da omosessuale-artistoide odiosa. In realtà doveva averla, secondo quanto egli stesso anche afferma nel film, ma era davvero brutta.
L'idea non è male: fino a che punto uno scrittore si deve spingere e fino a che punto è responsabile se, per la sua foga di sapere, si spinge nella vita di coloro sui quali scrive?
La fase chiave è nell'affermazione che il suo uomo fa a riguardo del rapporto che lui aveva con l'assassino, al quale stava dedicando un suo romanzo-documentario: lo stava sfruttando e nello stesso tempo si stava "innamorando" di lui.
Fino a lasciarlo morire impiccato perchè ad un certo punto cede e non vuole più saperne del suo processo. Tralaltro per il suo romanzo la fine giusta era la morte del tizio.
Però io l'ho trovato un po' lento e superficiale.
Gli attori erano bravi, molto bravi (voce a parte)!
Il protagonista (Capote) l'ho già visto ormai più volte.
L'avete visto la 25-ma ora? a me è piaciuto!
Lui era uno degli attori anche lì!
d.
[Modificato da tuscia05 09/03/2006 13.49]