Stupro Caffarella, scarcerato Loyos

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Frida07
00sabato 28 marzo 2009 08:41


Annullata ordinanza dal Riesame

Il tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Filippo Steidl il 13 marzo scorso, nei confronti di Alexandru Loyos Isztoika, il romeno accusato dello stupro della Caffarella. Loyos era in cella per la calunnia nei confronti della polizia romena accusata dal "biondino" di aver esercitato pressioni per indurlo a confessare la violenza sessuale.

Isztoika ha lasciato il carcere perché il collegio, disponendo l'annullamento dell'ordinanza, ha stabilito la rimessione in libertà dell'indagato se non detenuto per altra causa. Il "biondino" è uscito dal carcere accompagnato dal suo legale indossando lo stesso giubbotto di colore verde e gli stessi jeans che aveva quando è stato arrestato la sera del 17 febbraio. Rispetto ad a quando è entrato in prigione, il "biondino" ora ha i capelli più corti.

Ha sorriso alle telecamere e ai giornalisti che lo attendevano all'esterno del carcere, e prima di salire a bordo dell'auto dell'avvocato ha detto di essere felice per la scarcerazione. Ad una giornalista romena che gli ha chiesto come stava, Loyos ha risposto: "Bene" e alla domanda "come sono stati i giorni in carcere" Loyos, abbassando gli occhi, ha detto: "Così, così". Loyos è uscito portando con sè, in un sacchetto di plastica, le poche cose che aveva in cella.

La prima ordinanza di custodia
Il giudice all'epoca non aveva ritenuto, tuttavia, di convalidare il fermo, chiesto dal pm Vincenzo Barba, per l'ipotesi di calunnia ai danni del connazionale Karol Racz. "Il quadro - si leggeva - non presenta la necessaria chiarezza, non potendosi escludere la partecipazione dei due al fatto con un ruolo diverso da quello descritto. Né si può escludere una partecipazione del fermato e di chi ha chiamato in correità all'episodio stesso con un ruolo diverso da quello descritto che consentirebbe di spiegare l'approfondita conoscenza
mostrata in ordine alla dinamica del fatto".

Il giudice Steidlaveva aggiunto che "non si possono trarre elementi utili di valutazione dall'ordinanza del tribunale del riesame", che all'epoca doveva ancora motivare la sua decisione. E ancora, "il quadro indiziario non appare chiaro", pur "alla luce del risultato dell'indagine condotta comparando il profilo genetico degli indagati con quello dei due individui di sesso maschile riscontrato sui mozziconi di sigaretta e sui tamponi prelevati alla vittima (che ha escluso la presenza del profilo genetico degli indagati su detti reperti)".




tgcom
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