Papa: Divorzio e aborto,colpe gravi

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giuggyna
00sabato 5 aprile 2008 16:37
"Ma la Chiesa deve aiutare le persone"
Benedetto XVI ritorna a parlare di divorzio e aborto definendole "colpe gravi" che "ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita". Tuttavia, il Papa invita la Chiesa ad "accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna" alle persone che "ne portano le ferite interiori" e cercano una ripresa.


Il Papa ha richiamato la comunità ecclesiastica nell'udienza dei partecipanti al congresso internazionale "L'olio sulle ferite. Una risposta alle piaghe dell'aborto e del divorzio", promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su matrimonio e famiglia, in collaborazione con i Cavalieri di Colombo.

"Piaghe che colpiscono anche vittime innocenti"
Il Pontefice ha sottolineato che le "piaghe" dell'aborto e del divorzio "tanta sofferenza comportano nella vita delle persone, della famiglia e della società sono scelte di natura certo differente, talvolta maturate in circostanze difficili e drammatiche, che comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi le compie", ha osservato, ma mettendo in evidenza come esse colpiscano "anche vittime innocenti: il bambino appena concepito e non ancora nato, i figli coinvolti nella rottura di legami familiari. In tutti lasciano ferite che segnano la vita indelebilmente".

"Colpe gravi"
"Il giudizio etico della Chiesa a riguardo del divorzio e dell'aborto procurato - ha affermato Papa Ratzinger - è chiaro e a tutti noto: si tratta di colpe gravi che, in misura diversa e fatta salva la valutazione delle responsabilità soggettive, ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita".

"Accostarsi con amore e delicatezza" a chi ha sbagliato
Il Papa però ha aggiunto che "la Chiesa ha sempre di fronte le persone concrete", compresi gli "uomini e donne" che, avendo compiuto "ingiustizie e peccati", "si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa". Secondo Benedetto XVI, "a queste persone la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo".

Benedetto XVI ha voluto sottolineare poi che "i 'no' che la Chiesa pronuncia nelle sue indicazioni morali e sui quali talvolta si ferma in modo unilaterale l'attenzione dell'opinione pubblica, sono in realtà dei grandi 'sì' alla dignità della persona umana, alla sua vita e alla sua capacità di amare".

Dopo essersi soffermato sulle "ferite" causate da divorzio e aborto per i bambini e per le donne, Benedetto XVI ha espresso "profondo apprezzamento" per "tutte quelle iniziative sociali e pastorali che sono rivolte alla riconciliazione e alla cura delle persone ferite dal dramma dell'aborto e del divorzio".

"L'eutanasia, cultura della morte"
Il Pontefice ha voluto intervenire anche sull'eutanasia, definendola un esempio della "cultura della morte", il cui avanzare "insidia" oggi "la stagione della terza età". E poi ha lanciato il monito: "Con crescente insistenza si giunge persino a proporre l'eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili".
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