Omicidio Ambrosio,romeni confessano

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Frida07
00venerdì 17 aprile 2009 08:26

Bivaccavano mentre i coniugi morivano

Le prove schiaccianti (le impronte digitali ovunque e le intercettazioni telefoniche) hanno fatto concludere le indagini sull'omicidio dei coniugi Ambrosio: sono stati i tre rumeni fermati. L'ex giardiniere della villa e i suoi due complici hanno confessato. Hanno compiuto la tragica rapina completamente ubriachi, facendo grossolani errori e arrivando a mangiare e bere mentre le due vittime erano agonizzanti dopo i colpi di crick in testa.

In sole 24 ore la squadra mobile di Napoli ha risolto il caso del delitto di Posillipo. Si è trattata di una rapina cominciata male e finita anche peggio. E' quanto emerge dalle indagini che hanno portato al fermo di Marius Vasile Acsiniei, 22 anni, muratore che fino a qualche mese fa aveva lavorato da giardiniere nella villa degli Ambrosio, Valentin Dimitru, 22, stalliere, e Calin Petrica, 24 anni, operaio in un autolavaggio. Tutti incensurati, si erano stabiliti in Italia da una decina di anni e non risultano irregolari.

La ricostruzione degli inquirenti mette in risalto da un lato la assoluta sprovvedutezza, dall'altro una ferocia davvero difficile da immaginare: i tre romeni appaiono insomma i protagonisti di una commedia grottesca che si trasforma all'improvviso in un film dell'orrore. Giunti a Posillipo su un autobus di linea, si sono avventurati nel cuore della notte verso la villa, che Acsiniei conosce bene per averci lavorato per un paio di anni, quando ebbe l'incarico di curare il giardino.

E' lui il basista di un colpo che si presenta facile facile soprattutto perché la villa non ha protezioni, basta rompere il vetro di una balconata (come poi sarà fatto) e si accede all'interno. I tre, già completamente ubriachi di vino, sono convinti che in quel momento la villa non sia abitata e restano sorpresi quando si accorgono che i coniugi, svegliati dai rumori, entrano nella stanza. E' questione di attimi; Acsiniei - certo di essere riconosciuto da Franco e Giovanna Ambrosio - impugna una chiave a N, di quelle utilizzate per svitare i bulloni delle ruote, e colpisce con violenza l'imprenditore e la moglie, uccidendoli all'istante.

Senza scomporsi più di tanto, i tre si abbandonano al saccheggio, rovistano cassetti, aprono armadi e comodini, lasciando impronte dappertutto: l'ex giardiniere su una bottiglia di acqua minerale e sulle ante dell'armadio in camera da letto, altre impronte sono state trovate sul comodino e sulla porta della dependance; dal frigorifero di casa, aperto per sottrarre cibarie (gli assassini hanno infatti bivaccato mangiando wurstel e bevendo liquori e champagne), hanno cercato di cancellare, con l'aiuto di un panno bagnato, le proprie impronte, ma l'uso del ciano acrilato da parte della scientifica le ha rese visibili ed identificabili.

Poi, completamente sbronzi, si dividono il bottino (due cellulari, orologi, soprammobili e denaro), si separano e scappano via. Alle nove della sera l'ultimo passo falso, quello che risulterà fatale: Acsiniei utilizza uno dei cellulari rubati, forse crede che basta cambiare scheda per non essere individuato. Non solo, ma al telefono, parlando con la madre che vive in Romania, confessa il delitto: "Ho ucciso due persone, non sapevo quello che facevo". La madre lo supplica di tornare al suo paese ma lui fa lo spavaldo: "Se arrivano, sparo ai poliziotti". I poliziotti arrivano invece davvero,, in una strada di Licola e lui si fa catturare senza fare storie.

Non ha soldi (per una ricarica si è fatto prestare cinque euro), ma ha con sè i due cellulari e le due sim card rubate a casa Ambrosio. Crolla subito facendo i nomi dei complici, che verranno bloccati anch'essi nel giro di qualche ora tra Varcaturo e Ischitella. Dumitriu è trovato in possesso di due sveglie e due soprammobili trafugati, Calin Petrica, aveva gettato in un cassonetto del'immondizia alcuni orologi, che erano la sua parte di bottino. Il film dell'orrore finisce qui. Per i tre rumeni il ritorno alla realtà sarà forse ancora più terribile se si renderanno davvero conto del loro crimine, feroce quanto banale.




tgcom
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