Moccia: "Vi dico tutto sui giovani"

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giuggyna
00lunedì 13 ottobre 2008 16:49
"Razzisti? Macché cercano solo amore"
"La violenza giovanile che riempie le pagine di cronaca di questi giorni c'è sempre stata". Sul mondo dei ragazzi italiani, Federico Moccia pare avere le idee chiare e a Tgcom dice: "La politica non c'entra, il razzismo neppure. L'aggressività è costante nel tempo". L'autore di "Tre metri sopra il cielo" racconta la sua versione dei fatti: "Contano solo i sentimenti" e presenta il nuovo romanzo Amore 14 (Feltrinelli), che diverrà presto un film.



Tutto iniziò con con Tre Metri sopra il cielo, un caso letterario che, divenuto un film interpretato da Riccardo Scamarcio, ha dato il via ad un genere in piena regola con incassi da record al botteghino. Per i detrattori è robetta frivola per palati grossolani. Ma i numeri parlano da soli e i ragazzi apprezzano. Così anche i due romanzi successivi di Moccia (Ho voglia di te e Scusa ma ti chiamo amore) sono diventati film. Sarà così anche per Amore 14, come conferma lo stesso autore: "Sul film che sarà fatto ho la bocca cucita. Ma credo proprio che si farà. Per ora però mi concentro sulla promozione del libro".

Ma come riesci a farti seguire dai giovani, che sembrano disinteressarsi a tutto? Ti leggono e poi affollano le sale cinematografiche. Come fai? Dicci il tuo segreto.
"Nessun segreto particolare. I ragazzi hanno voglia di amare e di sognare. I miei romanzi parlano proprio di questo. Semplicemente. Sono sempre stato uno che ascolta, si appassiona per le belle storie. Che ha vissuto la giovinezza cercando i sentimenti e divertendosi: amando la vita insomma. Ora sono un adulto di 45 anni e non ho nessuna pretesa di essere uno di quegli uomini maturi che cercano credibilità mostrando distacco dai giovani. Credo di avere l’umiltà dell’ascolto e dell’osservazione e questo mi aiuta a scrivere".

Ciò comporta una certa responsabilità nei confronti dei ragazzi che sembrano non avere più punti di riferimento. Te la senti addosso?
"Certo. Sento un filo di responsabilità per quello che scrivo nei miei romanzi, Ma io sono scrittore e non un insegnante o un politico. Scrivo senza chiedermi dove andrò a parare, senza voler far passare un messaggio preciso. Ma poi scopro che i miei personaggi sono sempre positivi, legati al mondo reale, alla vita di tutti i giorni. Sono giovani pieni di passione come tutti i giovani sono per natura. E che, se anche intraprendono strade difficili o sbagliate, si accorgono degli errori, cercano comprensione e spesso in qualche modo si redimono".

Pensi la stessa cosa anche di quei ragazzi che a Tor Bella Monaca (Roma) hanno picchiato un cinese, insultandolo per la sua provenienza?
"Ci sono giovani aggressivi. Ma ci sono sempre stati, anche ai tempi in cui la politica andava di moda e fare politica era come essere alla moda oggi. Allora l'aggressività si sfogava con i cortei e le manifestazioni a volte violente. Oggi l'aggressività si manifesta in modo differente. Può succedere che la presenza di diverse etnie nella città provochi attriti e scontri che vedono protagonisti spesso dei comunissimi bulletti. Ma parlare di razzismo non mi sembra corretto".

Se non ho capito male qui la politica non c'entra, proprio come nei tuoi romanzi. Giusto?
"Esatto. Io la politica l'ho sempre vista attorno a me ma non ci ho mai messo un piede dentro. Quando ero giovane c'era molta politica, ma credo fosse per i miei coetanei un modo per rappresentarsi socialmente. Non credo che quella generazione fosse migliore di quella di oggi. In ogni caso io sono a favore della buona politica e dell'impegno che se c'è è importante, soprattutto di questi tempi".

Ovviamente Carolina, la protagonista 14enne del ultimo romanzo, con la politica non ha nulla a che vedere....
"Carolina è una ragazzina che scopre l'amore e crede che sia per sempre, come lo crede qualsiasi 14enne. E' circondata dalla madre e dalla nonna, con le loro storie, i desideri e le tristezze che la vita riserva a chiunque. E' un romanzo in cui Caterina sogna una vita normale ma è alle prese con le paranoie della sua età: il vestire alla moda, i complessi di inferiorità, le dinamiche del gruppo, gli sbalzi di umore e le gioie semplici e assolute come l'amore.

Ma l'amore al giorno d'oggi non è più un valore assoluto. Le famiglie tradizionali soffrono una crisi senza precedenti: si divorzia come niente, si è circondati da numerose fonti di distrazione e di nevrosi. Come fai a sostenere che l’amore sia ancora un valore assoluto al giorno d'oggi?
"L'amore è un ideale ed una parola che spinge tutti a vivere. La crisi della famiglia, i tradimenti e quant'altro non modificano l'ideale dell'amore. E' più difficile tenersi intatta una famiglia al giorno d'oggi ma io ci credo. Bisogna crederci e cercare di superare le difficoltà. Perché quando stai bene con un partner la vita è migliore".

Detta così sembra il manifesto di qualche movimento ultraconservatore o giù di lì...
"Dico solo che la famiglia è bella e importante. Ma tutto sta in piedi e si rafforza giorno per giorno solo se c'è l'amore, in cui bisogna credere e che va costruito. Se l'amore non c'è più, non vale la pena tenere in piedi qualcosa che è solo fonte di sofferenze. A qualsiasi età bisogna rincorrere l'amore e se necessario rompere legami ormai logori".

Passami la semplificazione: la famiglia sì, l'amore assolutamente sì, la politica per nulla. Potrei sintetizzare così la tua filosofia o c'è dell'altro?
"C'è un sacco di altro in me e nei miei libri. C'è ad esempio la scuola."

"Ecco bravo. Che ne sarà della scuola?
"Non so risponderti ma spero che la scuola ce la faccia. In questo periodo di crisi economica, la crisi si riversa anche in quel mondo lì con una stretta per alcuni inevitabile. Spero che la scuola, i professori in testa, sia capace di tenere duro e di rilanciare la sua centralità. Tutti i professori devono essere credibili e rispettabili e rispettati. Gli insegnanti sono un punto di riferimento troppo importante per i ragazzi, quasi come la famiglia”.



Dark_Argetlam
00lunedì 13 ottobre 2008 20:14
odio quest'uomo :P
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