Dopo 6 anni riecco i Counting Crows

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
giuggyna
00martedì 25 marzo 2008 17:06
Duritz e soci tra peccato e pentimento
Tornano dopo quasi sei anni di silenzio i Counting Crows, e lo fanno con Saturday Nights & Sunday Mornings, un progetto diviso in due parti disponibile dal 21 marzo. L’album è il quinto della band di Adam Duritz, e arriva dopo anni e anni di amori lontani, storie americane e confessioni da notte inoltrata. Il gruppo ha anche annunciato un tour europeo, che toccherà l’Italia il 22 giugno, durante l’Heineken Jammin’ Festival.

Saturday Nights & Sunday Mornings esce, come detto, più di cinque anni dopo Hard Candy, l’ultimo album originale dei Counting Crows prima di un lungo periodo riempito, oltre che dall’abbandono di uno dei membri fondatori della band, da una compilation di successi (Films About Ghosts, uscito nel 2003), da un live album (New Amsterdam: Live At Heineken Music Hall, del 2006), da una canzone, “Accidentally In Love”, candidata nel 2005 all’Oscar come miglior canzone originale, per la colonna sonora di Shrek 2, e dalla recente riedizione dell’album d’esordio del 1993, August And Everything After. Il frontman Adam Duritz ha avuto dunque molto tempo per riflettere, e il risultato è un album complesso, fatto di opposti che si attraggono, o che più semplicemente si scontrano tra loro.

A spiegare il concetto su cui si fondano le quattordici tracce di Saturday Nights & Sunday Mornings è stato lo stesso Duritz: il sabato sera è il momento in cui si cade in tentazione, mentre la domenica mattina è il momento in cui ci si pente; l’idea è quella di una prima parte rock, composta da sei brani veloci, rumorosi e violenti, e di una seconda parte tendente al country, fatta da otto brani più acustici, delicati, riflessivi. I Counting Crows del passato sono ovunque, fluttuano tra peccato e rimorso guidati attraverso qualsiasi atmosfera dalla voce nostalgica e dai testi intimistici di Duritz. La prima parte del disco, tra l’altro, è stata prodotta da Gil Norton, il responsabile di Recovering The Satellites, il secondo album della band, uscito nel 1996 e diventato uno dei capostipiti del suo sound, mentre la seconda parte è ricca di emozioni più fragili e di confessioni più sottovoce, anche se non è priva di momenti orecchiabili, come nel caso del singolo "You Can't Count On Me".

Dopo il successo inaspettato, nel 1993, del singolo “Mr. Jones”, Adam Duritz ha sviluppato una struggente poetica della malinconia e dell’insoddisfazione, con dei barlumi di luce e ogni tanto degli accenti smaccatamente pop: i Counting Crows hanno da sempre lavorato per sottrazione, a partire dalla calma con cui hanno fatto uscire i cinque album che per ora compongono la loro discografia, un atteggiamento inaspettato nel panorama attuale, velocizzato inevitabilmente dal ruolo centrale ormai assunto dalla Rete. Tutto perché i Crows dipendono dalle sensazioni di Duritz, dai suoi flussi emozionali e dai suoi periodi di silenzio. Questo DNA cangiante della band di San Francisco è ancora più evidente nelle esibizioni live: Adam Duritz è famoso per performance che alternano momenti rock di grande energia a toccanti momenti solitari al piano, incorniciati da una poesia che muta di continuo, da testi che spesso non sono quelli del disco, né quelli della sera prima. Nei Crows dal vivo c’è un gruppo affiatato di musicisti che segue Duritz nei suoi voli emotivi, nei suoi viaggi nel cuore, nel suo diario personale che diventa suoni e parole ogni sera. E poi ci sono canzoni improvvisate, versioni da più di dieci minuti di classici come “Round Here” e “Rain King”, e cover di Springsteen o di leggende della mitologia country, saldate ai testi della band come se fossero lì da decenni, magari un po’ impolverate dai tanti viaggi on the road su una highway americana.

Saturday Nights & Sunday Mornings è forse un nuovo inizio, ma è anche una mappa esauriente di tutto ciò che i Counting Crows sono e possono essere, e questo grazie agli estremi che il nuovo album, come detto, idealmente diviso a metà, va a toccare: da una parte, ad esempio, c’è una traccia come “1492”, una delle più veloci, oscure e pesanti della storia dei Crows, storia di autodistruzione e cronaca di un uomo che perde se stesso, dall’altra c’è invece la delicatezza di “When I Dream Of Michelangelo”, carica di tutta quella nostalgia e quella sincerità che Duritz sa rendere sempre così naturale e rassicurante. Quella sua sincerità che, per parafrasarlo, sa arrivare sempre al cuore delle cose, perché è il cuore la cosa che conta di più.
~=€MM@=~
00giovedì 27 marzo 2008 11:50
han fatto canzomi molto belle in passato
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:01.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com