Alessandro Baricco - Oceano mare (citazioni)

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Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:28

...perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte..
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:29

Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è,
tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela,
io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio.
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:29


Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se,
per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.
E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume
- immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.
Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.
E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente,
si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare.
Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano.
Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno.
Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio,
in questa terra che non vuole parlare.
Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:30

...bisogna cercare di capire, lavorando di fantasia,
e dimenticare quel che si sa in modo che l'immaginazione
possa vagabondare libera, correndo lontana dentro le cose fino a vedere come
l'anima non è sempre un diamante ma alle volte velo di seta,
immagina un velo di seta trasparente, qualunque cosa potrebbe stracciarlo,
anche uno sguardo..
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:31


Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanerci secchi.
Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte.
Sono leggere dentro. Dentro.
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:31


Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze casuali si arrende,
colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico,
per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertà vertiginosa e improvvisa,
una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose,
una sola ne lasci accadere.
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:32


Succede. Uno si fa dei sogni, roba sua, intima, e poi la vita non ci sta a giocarci insieme,
e te li smonta, un attimo, una frase, e tutto si disfa. Succede.
Mica per altro che vivere è un mestiere gramo.
Tocca rassegnarsi. Non ha gratitudine, la vita, se capite cosa voglio dire.
Frida07
00giovedì 12 febbraio 2009 20:33


Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio.
Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità.
E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme
tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio.
Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che lo avrebbe fatto lei.
E lo ha fatto. E' scoppiata tutto d'un colpo.
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