"Voglio un Milan formato Uefa"

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giuggyna
00sabato 20 settembre 2008 22:55
Ancelotti: "Serve lo stesso spirito"
Il talento sarà anche importante ma, spiega Ancelotti alla vigilia della gara contro la Lazio, "io vorrei vedere lo stesso Milan che ha giocato contro lo Zurigo: attento e con lo spirito giusto". Altro che fantasia al potere, insomma. Serve una partita concreta, qualunque sia l'undici che scenderà in campo. In questo senso resta il dubbio attacco: "L'ideale sarebbe Kakà alle spalle di una punta di peso e una agile...".
Logico, di qui, pensare a un Milan con Borriello in campo dall'inizio. Al suo fianco, però, non dovrebbe esserci Shevchenko bensì Pato con Kakà sulla trequarti. Ma la formazione ideale ipotizzata da Ancelotti non è ancora forse pronta per scendere in campo. Lo sarà solo quando Shevchenko e Ronaldinho avranno raggiunto il top della condizione atletica.

La formazione anti-Lazio, in ogni caso, resterà segreta fino all'ultimo perché, dice il buon Carletto, "non la dico e forse non la dirò mai". Una scelta che sta sempre a metà tra la pretattica e la necessità di tenere alta fino in fondo la concentrazione di tutta la banda. Il turnover, che sia poi a gara in corso (davanti è facilmente ipotizzabile una staffetta) o nell'undici iniziale, è l'unica certezza che, di questi tempi, non fa male. Il resto, infatti, è una lista mai vista di cattive notizie che aggiornano di giorno in giorno gli infortunati stringendo lo spazio in infermeria. Ancelotti, manco a dirlo, parte da qui: "Non avremo Pirlo, Nesta, Senderos e Inzaghi che ha smaltito la lesione muscolare e tra una decina di giorni potrà rientrare". Mezza squadra a occhio e croce.

Qualcosa, però, torna buono. Ronaldinho, ad esempio, che l'allenatore milanista racconta così: "L'ho visto per la prima volta per una settimana intera: è un giocatore volonteroso, che si applica, che assimila i nostri metodi di lavoro con serenità". Nessun riferimento, che sarebbe stato tra l'altro superfluo, sul talento del Gaucho. La parola chiave è "volenteroso", perché spiega il momento del Milan e l'Ancelotti-pensiero: "Ha ragione Kakà: forse abbiamo pensato che le qualità, il talento, dei singoli potessero risolvere tutti i problemi. Occorre invece qualcosa in più". E ancora: "Sia chiaro che questo non è un messaggio a Ronaldinho, ma a tutti: il talento serve ma non risolve tutto. In questo senso probabilmente anche io ho sbagliato cedendo alla tentazione in alcune scelte".

E se il talento al momento è un lusso che il Milan non può permettersi, a far legna in mezzo al campo è pronto Rino Gattuso, al rientro dopo l'infortunio: "E' pronto per giocare 90 minuti, ha anche un tutore che gli consente di preservare il braccio nelle cadute. Non c'è nessun rischio per gli avversari, perché è morbido e non provoca dolore negli scontri". Il dubbio quindi resta per un posto: Ambrosini o Seedorf. Entrambi se salta Flamini. Si vedrà domenica sera, sperando che la notturna porti nuovamente bene ai rossoneri: "La vittoria in coppa Uefa - assicura Ancelotti - non ha reso l'ambiente euforico, ma certo ora siamo un po' piu' tranquilli e vogliamo conferme importanti, a partire dalla partita con la Lazio''. Già, alternative non ce ne sono.


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