Jonathan Kashanian a Tgcom
"Quando mi chiedono del Grande Fratello faccio sempre un paragone: anch'io ricordo Leonardo Di Caprio per Titanic, ma poi è andato avanti, ha fatto altre cose. E se mi guardo indietro mi rendo conto di aver fatto anch'io molta strada". Parola di Jonathan Kashanian, che Tgcom ha raggiunto al telefono a Tel Aviv, dove si sta concedendo un periodo di relax in famiglia per festeggiare il Capodanno ebraico.
Eppure la partecipazione al Grande Fratello ti ha regalato una grande notorietà, non trovi?
E' stata senza dubbio una scorciatoia ma non c'è solo quello. Quando mi guardo indietro mi rendo conto di aver fatto molta strada. Se salire su un palco e saper stare davanti alle telecamere vuol dire anche sapersela cavare allora io credo di aver imparato un mestiere. Ho fatto molte cose in tv, da Sei un mito, al programma di cucina con la Zanicchi, da La vita in diretta a Mezzogiorno in famiglia, da Modeland, che conduco da quattro edizioni, a Markette, e poi Verissimo e altre cose ancora. Adesso non mi sto occupando di niente ma è perché intendo "salire di livello", ormai credo di valere un po'.
Di cosa ti piacerebbe occuparti?
Tengo principalmente a una cosa: avere la possibilità di dimostrare cosa valgo davvero. Voglio quell'occasione, mi piace l'idea che possa esserci una selezione basata soprattutto sulla meritocrazia. Mi piacerebbe lavorare in un salotto televisivo, magari un misto tra Markette e Verissimo ma anche riuscire a portare la moda alla gente. Credo che sarei un bravo traghettatore.
Hai qualche proposta che stai esaminando?
Ci sarà qualcosa per l'anno prossimo ma non posso anticipare nulla. Voglio apparire anche come uno "di contenuti". Ad esempio, nessuno mi ha mai invitato a parlare di altri temi. Basti pensare che prima di iniziare l'avventura in tv insegnavo in una scuola privata milanese.
Fai ancora il calligrafo?
Di me mi piace dire che sono un uomo che vive tra il bianco e il nero con un po' di rosso.Vorrei vivere nel periodo di Luigi XIV o nell'Antico Egitto...(ride, n.d.r.). Mi piace stare su una scrivania intento a scrivere, con la luce delle candele e la pioggia fuori dalla finestra. Diciamo che ho iniziato a fare il calligrafo per soddisfare questa "sete di polvere" del mio animo. Poi ho seguito un corso specifico, perchè mi ha sempre affascinato questo modo di scrivere.
Nel 2003 hai esposto a Milano a tua prima collezione di moda. Ne seguiranno altre?
Penso che le cose vadano fatte solo quando è il momento e non per sfruttare situazioni o approfittare del momento di massima di notorietà. Quando avrò forza, pazienza e ordine mentale, probabilmente lo farò, ma senza pressioni o urgenze esterne. Una cosa che mi piacerebbe fare è aprire un negozio dove dare spazio ai giovani talenti. E' un mio grande sogno.
E un'eventuale esperienza cinematografica?
Ho fatto parte del cast di "2061", il film dei Vanzina. Quando mi sono trovato sul set e ho visto gente che fa l'attore di mestiere, come Diego Abatantuono e Emilio Solfrizzi, mi sono sentito in imbarazzo. Amo dare il massimo in ogni cosa che faccio. E ora vorrei avere l'occasione di poterlo dimostrare. All'inizio non credevo che il cinema mi potesse interessare. Poi quando ho capito che bastava un movimento di sguardo per comunicare un'emozione, o il semplice muovere le dita, allora ne sono rimasto affascinato. Ho capito anche che è molto più difficile far ridere che far piangere.
Lavoro a parte, a cosa ti piace dedicarti?
Amo viaggiare e scoprire mondi nuovi, nuove tradizioni e nuovi Paesi. Quando viaggio mi sento una persona completa. Ora che ci penso, mi piacerebbe condurre un programma di viaggi. E poi sogno di farmi una famiglia. Anche se ho solo 27 anni, mi rendo conto molto bene di volere dei figli, anche perché quando sarò vecchio non voglio essere solo. Ho voglia di dare quello che ho ad altre persone