[Isao Takahata] Discussione Generale

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Rebo I
00sabato 9 aprile 2005 16:11
"Una discussione su Takahata, perché no?" mi sono detto, ehm, e così...

Chi è Isao Takahata? E' il co-fondatore dello Studio Ghibli. Nato nel 1935, maestro, mentore e poi collega di Hayao Miyazaki, è autore di diversi film d'animazione, molto interessanti ma poco diffusi e conosciuti in occidente.
Takahata preferisce definirsi "regista" più che "autore". Questo perché, a differenza di Miyazaki, concepisce l'opera cinematografica come prodotto collettivo e non come manifestazione della volontà onnicomprensiva di un singolo.
Persegue una particolare poetica di realismo, basato sulla semplicità delle vicende e sull'accentuazione dei tratti del volto nel disegno dei personaggi. E' autore anche di un documentario dal vero, "La storia dei canali di Yanagawa", ed ama il Neorealismo italiano. E' inoltre esperto di musica: nei suoi film le scelte e la sincronizzazione dei brani sono da lui curate personalmente. Raggiunge i migliori risultati artistici nella gestione di colonne sonore non originali.

L'ultimo film di Takahata risale al 1999; sembra tuttavia che abbia di recente intrapreso la realizzazione di un nuovo lungometraggio, ambientato forse nel Giappone degli anni '50, che uscirà assieme al prossimo lavoro di Miyazaki (alla fine del 2006 o nel 2007).

Tutti i film di Takahata (tranne il primo) sono ambientati in Giappone, in periodi storici ben riconoscibili. In alcuni di questi film vengono sfruttati a scopo espressivo alcuni "stereotipi" tipici dell'animazione giapponese, come ad esempio deformazioni nel volto dei personaggi.

Le sue opere sono forse meno entusiasmanti di quelle di Miyazaki, ma meritano comunque interesse, in quanto molto personali e di altissimo livello artistico. Questo è un mio giudizio, ovviamente ;)

Ecco una filmografia essenziale, relativa alle sue principali esperienze come regista:

1968, Hols, principe del Sole (conosciuto in Italia anche come La grande avventura del piccolo principe Valiant)
1972-1973, Panda e piccolo panda (ovvero Panda Kopanda)
1981, Chie, la piccola peste
1982, Goshu, il violoncellista
1988, Una tomba per le lucciole
1991, Only Yesterday
1994, Pom Poko
1999, I miei vicini, gli Yamada

Takahata è poi il regista di serie famose come "Heidi" e "Anna dai capelli rossi" (di quest'ultima ha realizzato anche la sceneggiatura). Ha co-diretto con Miyazaki quasi tutti gli episodi della prima serie di "Lupin III". Inoltre da Chie, la piccola peste in poi Takahata è autore anche delle sceneggiature dei lungometraggi.

In italiano è attualmente disponibile solo il dvd di "Una tomba per le lucciole", oltre a "Heidi" e alla prima serie di "Lupin III".

Attualmente di Takahata ho visto "Panda Kopanda", che ho già rapidamente commentato nella discussione su Miyazaki e che in fondo considero più un'opera di Miyazaki che di Takahata, "Una tomba per le lucciole" e "Only Yesterday".

Ehm, spero qualcuno abbia visto qualcosa e abbia voglia di commentare...



[Modificato da Rebo I 09/04/2005 16.17]

Rebo I
00sabato 9 aprile 2005 16:12
... intanto comincio io (copio e incollo dalla discussione su Miyazaki questo primo commento)

Ho visto Only Yesterday. Difficile valutare un regista da un solo film, comunque mi sono fatto un'idea.

E' un film bellissimo e Takahata è veramente un artista, ma personalmente preferisco ancora Miyazaki. Forse perché in Miyazaki apprezzo moltissimo la vocazione di narratore visionario ed avventuroso, che a Takahata manca completamente. Only Yesterday è un film "minimalista": praticamente non ha storia. La trama si può condensare in una riga: "Una ragazza di 27 anni, durante un soggiorno in campagna, ripensa a quando era in quinta elementare e prende finalmente la sua strada nella vita". La storia è costruita ad episodi ed a flash-back, che Takahata riesce ad incastrare nella trama principale con grande raffinatezza. E da qui emerge una considerazione doverosa: Takahata, dal solo punto di vista del "mestiere di regista", è più bravo di Miyazaki. Miyazaki quando fa un film praticamente "proietta il suo pensiero", non tiene conto della presenza di una "macchina da presa" virtuale, non sfrutta completamente tutte le potenzialità espressive del mezzo cinematografico. In lui sono virtuosistici la storia e il disegno, la regia è discreta e delicata. Takahata invece è un virtuoso della tecnica cinematografica, soprattutto del montaggio e dell'accostamento di immagini. Per esempio, ad un certo punto Taeko (la ragazza) dice: "Dovevo trasformarmi in una pupa per poi diventare farfalla". Ed improvvisamente compare per pochi secondi una farfalla che sbatte le ali, su fondo nero. Poi si ritorna a Taeko.

A volte il film prende un po' il taglio del documentario: c'è un lungo episodio in cui si descrive solamente la tecnica di raccolta e lavorazione di alcuni particolari fiori che servono per produrre cosmetici artigianali, descritta con grande realismo visivo. Del resto, la cosa non mi sorprende: Takahata ha anche esperienza di regista live-action, e ha girato proprio un documentario, "La storia dei canali di Yaganawa".

Il disegno dei personaggi ha come base lo standard Ghibli (= Miyazaki), ma Takahata non disegna in prima persona, non è un disegnatore ed animatore come Miyazaki. L'animazione è stata affidata a persone specializzate... E in effetti, devo dire, i personaggi sono più espressivi di quelli di Miyazaki. Takahata non ha paura di produrre anche effetti "sgradevoli" nei lineamenti del volto, pur di raggiungere la massima comunicatività.

Anche l'animazione, in alcuni punti circoscritti, mi è sembrata migliore della media dello Studio Ghibli, con punte di fluidità stupefacenti nella partita di baseball.

La sceneggiatura è delicatissima, e certi episodi sono dei piccoli capolavori. Uno per tutti: la prima volta che Taeko mangiò un Ananas. Particolare poi l'idea di usare lo stile di disegno manga più stereotipato (= occhioni enormi strapieni di riflessi) quando ci si immerge nelle fantasie di Taeko bambina. E' un tocco di realismo: è logico pensare che l'immaginazione di una bambina di dieci anni giapponese media sia condizionata dalla lettura di un certo tipo di fumetti. Il suo "mondo della fantasia" è guidato da ciò che legge e che guarda in TV. Miyazaki avrebbe invece preferito creare un "mondo della fantasia" più inquietante e visionario (come ha effettivamente fatto per le fantasie della quattordicenne Shizuku in "Whisper of the Heart", che per certi versi è avvicinabile ad "Only Yesterday").

Si sente poi che Takahata ha una solida sensibilità musicale: l'abbinamento tra immagini e suoni è sempre originale ed inaspettato, ed aggiunge molti significati alla narrazione. La colona sonora è un miscuglio audacissimo di brani da Brahms, dai Beatles, dal folklore ungherese, bulgaro, persino italiano... Molto interessante poi il fatto che la musica sia sempre "in scena", che cioè provenga sempre da una radio o da una TV. Praticamente non si fa uso del commento sonoro tradizionale (extradiegetico, insomma).

Ultima cosa: per me "Only Yesterday" è un film senza target. Non nel senso che, come i film Disney migliori o quelli di Miyazaki, è a target "universale". Questo è un film per nessuno. Pare che il regista abbia lavorato solo per suo gusto personale. Comunque, non è sicuramente per bambini... O almeno non lo è nell'ottica del "politically correct" occidentale. Certi argomenti faranno storcere il naso a molti, anche se sono trattati con grande abilità. Voglio proprio vedere come se la caverà la Buena Vista quando lo distribuirà in USA, visto che gli americani in passato sono riusciti a censurare brutalmente Nausicaa, volevano censurare Totoro e sono persino riusciti a questionare con Kiki...






Rebo I
00sabato 9 aprile 2005 16:13
E poi...

"Una Tomba per le lucciole" è un film realizzato da Isao Takahata nel 1988. E'il primo film che questo regista creò nell'ambito dello Studio Ghibli, curandone anche la sceneggiatura.

Si tratta di un film estremamente drammatico, ambientato in giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale e tratto da un romanzo semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka.
Il 21 settembre 1945, il quattordicenne Seita muore di fame in una stazione della città di Kobe. Il suo fantasma e quello di sua sorella Setsuko ripercorrono i principali avvenimenti che hanno portato a questa tragedia, a partire dal momento in cui degli aerei da guerra attaccarono con bombe incendiarie la sua città. Egli ebbe l'incarico di portare con sé sua sorella Setsuko, di quattro anni, mentre sua madre, malata di cuore, si dirigeva verso un altro rifugio, probabilmente più vicino, ma forse meno sicuro. Non sopravvisse all'attacco, e Seita e Setsuko vennero ospitati da una zia, dato che loro padre era lontano, ufficiale della marina giapponese. La zia tuttavia li trattava in maniera ruvida, anche se non particolarmente severa: semplicemente li biasimava perché non facevano niente per tutto il giorno, invece di aiutare altre persone nella ricostruzione della città. Seita sopportava sempre meno la zia, sino al giorno in cui essa negò ai due ragazzi di mangiare il riso che essi avevano comprato vendendo il kimono della madre. Seita decise allora di ritirare il denaro che sua madre aveva lasciato in banca per andare a vivere con sua sorella in un tunnel costruito per difendersi dai bombardamenti...

Quello che colpisce di questo film, oltre alla qualità dei fondali e del disegno dei personaggi, è la freddezza con cui Takahata tratta la storia. La macchina da presa, impietosa, non tralascia alcun dettaglio della tragedia dei due fratelli, senza lasciare spazio a messaggi moraleggianti o prese di posizione da parte dell'autore. "Una tomba per le lucciole" è semplicemente la documentazione di una serie di eventi, condotta con lucidità e calma. A mio parere, il risultato è di un'efficacia sconvolgente. Ovviamente qualche espediente "melodrammatico" affiora di tanto in tanto, ma la cosa non è mai banale o fine a se stessa.

Scena migliore: la morte di Setsuko, carica di una sublime e disperata ironia, che non passa attraverso le parole, ma tramite una serie di simboli che fanno "da sfondo" a quanto accade a livello narrativo. E' veramente il culmine artistico ed intellettuale del film, oltre che il suo punto di maggiore drammaticità.

Un paio di curiosità: gli aerei e le navi da guerra sono stati disegnati ed animati in maniera iperrealistica e con cura maniacale da Hideaki Anno, poi famoso per "Nadia" ed "Evangelion".
Il film uscì nelle sale giapponesi in "spettacolo doppio" assieme a "Il mio vicino Totoro". Pare che molti giovani spettatori, dopo essersi divertiti con la favola di Miyazaki, rimasero non poco scioccati dal dramma di Takahata... Ma lo Studio Ghibli ha sempre avuto un'alta stima della capacità di discernimento del suo pubblico, di qualunque età, e la scelta di accostare questi due film deve essere senz'altro stata condotta in quest'ottica.

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