[Formula1] Raikkonen ha le pile scariche

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giuggyna
00lunedì 25 agosto 2008 18:05
Il motore va in fumo, ma la nebbia è nell'animo
Stefano Domenicali difende la sua "prima guida" a spada tratta: "Se Raikkonen non è arrivato al traguardo a Valencia è colpa della squadra, di un motore che ha rotto. Sono convinto che da campione del mondo è il primo a sapere come reagire, e reagira".

Un periodo difficile per il finlandese, su cui anche Ron Dennis spende due parole: "Kimi è un amico, ma in questa stagione sono tutti molto competitivi e ognuno deve pensare al proprio lavoro. Non auguro mai il male a nessuno, figuriamoci a un pilota che è stato con noi. Kimi è un grande pilota, le cose l'anno scorso sono cambiate nelle ultime gare, potrebbe essere così anche quest'anno".

Insomma dichiarazioni di stima che piovono da tutte le parti, ma per il momento la stagione 2008 parla di un Raikkonen appannato e poco reattivo. Un atteggiamento che non si addice ad un pilota, un campione del mondo, di Formula 1.

La sfortuna ci avrà anche messo lo zampino, visto che fin dal GP di Melbourne, il primo della stagione, Kimi deve fare i conti con un motore KO, ma si consola con i podi delle gare successive, dove però inizia a metterci del suo con errorini vari, tra gara e qualifica, e prestazioni sotto tono. Fino al GP di Monaco, quando tampona clamorosamente il povero Sutil, uscendo dal tunnel come un kamikaze.

In Canada poi ci pensa Hamilton a centrarlo in uscita dai box. Altro zero. In Francia Kimi riesce a fare un secondo posto con la monoposto priva di scarico destro, mentre a Silverstone arriva quarto e in Germania addirittura sesto. Uno smarrimento da podio a corrente alternata, che a Budapest si interrompe con un terzo posto, ma non carica il finlandese.

Ed ecco che a Valencia il motore va di nuovo in fumo, anche se la nebbia vera è quella che aleggia nell'animo di un pilota che sembra aver perso la bussola delle motivazioni per continuare a correre. Si perchè oltre ai problemi tecnici, Raikkonen appare "spento", trascinandosi dal paddock alla pista, e viceversa, per tutto il weekend di gara. Svogliato.

La lucidità con cui travolge un meccanico e poi si disinteressa completamente del suo stato di salute, sono il tocco di classe da incorniciare insieme alle sue dichiarazioni monosillabi e apatiche date durante tutte le interviste.

Zero sorrisi e zero carica, come una sveglia che non suona. Un malessere radicato, nemmeno fosse uno che torna a lavorare il lunedì mattina dopo le ferie e trova subito la coda in tangenziale. Un atteggiamento da uomo in prestito, lontano parente dell'Iceman di qualche tempo fa.

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