La fenomenolgia che ruota intorno ai
patti di manifestazione dopo la morte, è estremamente affascinante.
Sin da antiche scritture si legge di persone che promettono ad altri di apparire dopo la propria morte, in segno che l'anima vive ancora.
Si racconta che nel 1499, nella notte tra il 1° ed il 2 agosto, il grande umanista Marsilio Ficino, apparve al suo mico Michele Mercato su di un cavallo bianco. L'apparizione avvenne sotto una finestra dell'abitazione del Mercato. Questi si affacciò dopo aver udito gli zoccoli del cavallo e vide Ficino dirgli: "Michele! C'è... c'è un'altra vita!" Il Ficino era morto un'ora prima nella sua villa - Baronius/Annali Ecclesiastici
Le spiegazioni che si danno sono molteplici: gli spiritisti sostengono che sono indubbiamente prove di sopravvivenza dell'anima, mentre la parapsicologia spiega il fenomeno come dovuto dalla mente del sopravvissuto.
Questi anche se conscio di aver dimenticato il patto fatto prima che l'altro sia trapassato, inconsciamente lo ricorda bene e ciò fa crescere in lui un profondo desiderio che il patto di menifesti fisicamente. La manifestazione avverrebbe per
telepatia, chiaroveggenza, psicocinesi o allucinazione.
Tornando alla folta casistica vissuta anche da soggetti molto stimati, come il caso di Don Giovanni Bosco, che quando ancora seminarista, si legò ad un suo amico con la promessa che il primo a morire, sarebbe comparso all'altro: l'apparizione del suo amico, Luigi Comollo, avvenne in modo spaventoso dinanzi all'intera sua camerata.