Una passione per l’usato che fa moda
Vintage: la stessa parola evoca un mondo che sa di antico, con il fascino degli oggetto ripescati dal passato e carichi di significato e di storia, unici proprio per il mondo di vissuti che portano con sè. Possono essere vintage capi o accessori di vestiario, ma anche complementi di arredo, porcellane, oggetti vari, senza grande distinzione tra i “pezzi” originali e quelli rifatti. In sé e per sé la parola “vintage” non è altro che un modo elegante per definire il mondo dell’usato. Rilanciata da attrici e modelle, la “moda d'epoca” sta vivendo nelle ultime stagioni un periodo di grande ritorno, conquistando ampio risalto sulle più autorevoli riviste del settore.
Il termine, utilizzato inizialmente nel mondo dell’enologia, è passato poi ad indicare tutto ciò che è “d’epoca”. In senso stretto, si definisce vintage un oggetto prodotto nel ventennio precedente o prima ancora, il quale è diventato un oggetto di culto per le sue qualità particolari, se confrontate ad altre produzioni precedenti o successive dello stesso oggetto. La parola, anche se è per lo più pronunciata all'inglese, deriva sicuramente dal francese e indica "l'age du vin" (l'annata del vino) e, per estensione, "veendange" (vendemmia). Dal mondo enologico il termine è poi passato ad indicare in generale tutto ciò che è, appunto, d'annata.
La “moda d'epoca” oggi non è più prerogativa di attrici, intenditori e collezionisti, ma si sta diffondendo anche tra i giovani e tra quanti sono alla ricerca di un accessorio o un particolare che li aiuti ad uscire dalla massa e a costruire un proprio stile. Il vintage, insomma, si sta trasformando in un mercato fiorentissimo, tanto che le principali case d'asta, da Christie's a Sotheby's, alla newyorchese Doyle, organizzano da qualche anno a questa parte anche aste di capi e accessori vintage. Resta però difficile stimare la portata del giro di affari, visto che i prezzi dei capi e degli accessori cambiano continuamente, a seconda delle mode e del capriccio del momento.
Vestire vintage significa tornare a ricercare ciò che si vestiva venti o cinquanta anni fa, senza regole da seguire, senza cercare la firma ma scegliendo il taglio, il tessuto, il colore, e in genere tutto quello che rende un capo “speciale”e unico nel suo genere. Insomma, al limite basta frugare nel baule della nonna dimenticato in cantina, in cerca se non di un vestito vero e proprio, almeno di una camicetta, di una sciarpa o di una collana particolare. Per chi non può rinunciare a tuffarsi in questa tendenza, ma non ha capi vecchi da ripescare dalle memorie familiari, ci diversi indirizzi da visitare: ad esempio il negozio milanese “Cavalli&Nastri” o “Angelo”, a Lugo di Romagna, ma ottimi acquisti “d'annata” si fanno anche alle bancarelle dei vari mercatini delle pulci di tutta Italia, dal mercato della Montagnola a Bologna, a quello domenicale di Porta Portese a Roma, o anche al mercato Americano di Latina, a quello di Resina ad Ercolano, fino alle bancarelle di Portobello Road e di Notting Hill, a Londra.
Al vintage sono poi dedicate alcune manifestazioni primaverili in calendario per i prossimi fine settimana. Tra questi ricordiamo, per tre giorni a partire da venerdì 11 aprile la piccola fiera “Orzi Vintage”, in programma a Orzinuovi, in provincia di Brescia. La mostra mercato, giunta alla sua terza edizione si svolge a Rocca San Giorgio, in Piazza Garibaldi.
Altro appuntamento con la moda d’antiquariato è il 24 aprile nella cornice del castello Belgioioso, nei pressi di Pavia, con la fiera “Next Vintage”, a cui partecipano oltre cinquanta espositori provenienti da tutta Italia. Questa manifestazione è nata in sordina una decina di anni fa e in un primo tempo era riservata ai soli addetti ai lavori. Ora però il vintage interessa a un pubblico sempre più ampio che non manca di visitare la fiera.
Infine il 7 e l'8 giugno Cremona ospita “Vintage Vanitas”, una mostra mercato nella quale espositori da tutto il nord e centro Italia portano in fiera creazioni di Worth o Poiret, e di altri grandi sarti del passato come Elsa Schiapparelli, Coco Chanel e Christian Dior, che con il lancio del suo New Look, la linea a clessidra enfatizzata da gonne a corolla, risollevò nel dopoguerra le sorti di tutta l'industria tessile francese.
[Modificato da giuggyna 08/04/2008 15:33]