"CI SONO DELLE LUCI CHE NON TI ASPETTI DI VEDER BRILLARE, INVECE SI ACCENDONO D’IMPROVVISO E TI RISCHIARONO IL CAMMINO QUANDO STAI PER PERDERTI. SONO LE STELLE DI NEBBIA”.FINIVANO COSI’ LE STORIE DI NONNO ALDO. TUTTE QUANTE. ERO UNA BAMBINA PICCOLA, NON SAPEVO ANCORA LEGGERE E LUI ME NE RACCONTAVA UNA NUOVA OGNI SERA. ASPETTAVA CHE LA MAMMA MI METTESSE A LETTO, CHE SPEGNESSE LA LUCE, POI ENTRAVA NELLA MIA CAMERETTA IN PUNTA DI PIEDI. IO GLI FAEVO POSTO, COSI’ NONNO ALDO SEDEVA ACANTO A ME E CON LA SUA VOCE STREGANTE COMJINCIAVA LA STORIA.“C’ERA UNA VOLTA…” DICEVA, ACCAREZZANDOMI CON UNA DOLCEZZA CHE MI FACEVA FARE LE FUSA E SPUNTARE UN SORRISO LUNGHISSIMO.ERANO UN NOSTRO SEGRETO LE STORIE DI NONNO ALDO, CHE ALLORA VIVEVA CON NOI. L’AVEVA VOLUTO MAM, CHE E’ SUA FIGLIA, E PAPI ERA CONTENTO PERCHE’ NONNO ALDO AVREBBE PORTATO ALLEGRIA.VERO: ALLEGRIA E TANTA GIOIA. SOPRATTUTTO A ME, CON QUELLE STORIE CHE INVENTAVA PER FARMI SOGNARE.ADESSO HO GIA’ COMPIUTO SETTE ANNI E SONO UNA BAMBINA ANZIANA. NONNO ALDO SE N’E’ ANDATO MESI FA, PERO’ LE SUE STORIE MI FANNO ANCORA COMPAGNIA. CERTE VOLTE SENTO LA SUA VOCE COME SE LUI FOSSE ACCANTO A ME E MI SPUNTA QUEL SORRISO LUNGHISSIMO CHE DURA FINO AL MATTINO.CHI L’HA DETTO CHE IN SOGNO NON SI POSSA SORRIDERE COSI’? IO SO CHE NEL NOSTRO SUCCEDE, CHE SUCCEDE DAVVERO.CON GLI ALTRI GIOCATTOLI AVEO RIEMPITO LO ZAINETTO, COSI’ HO DOVUTO CHIEDERE E MAM LA BORSA GRANDE DELLA SPESA PER METTERCI IL TRENINO. “VIAGGIO INSIEME” AVEVA PROPOSTO BETTA. UN VIAGGIO CHE IO AVEVO FATTO DAVVERO. VOLEVA CHE LO RIFACESSI CON LEI, RACCONTANDOLE TUTTO.
FORTE!HO MONTATO LE ROTAIE, SISTEMATO I VAGONO E LA LOCOMOTIVA A CHIAVETTA, HO CARICATO E VIA. MENTRE IL TRENINO GIRAVA HO PARLATO A BETTA DI QUANDO SONO ANDATA CON MAM E PAPI A TROVARE LA NONNA IN CAMPAGNA E A TUTT’E DUE SEMBRAVA DI ESSERE INCOLLATE AL FINASTRINO A GUARDARE LE COLLINE, GLI ALBERI IN FIORE, GLI ANIMALI AL PASCOLO.MI E’ TORNATO IN MENTE ANHE L’OROLOGIO DI UNA STAZIONCINA: ERA MEZZOGIORNO MA SEGNAVA LE TRE E PAPI AVEVA SCHERZATO, DIENDO CHE SAREMMO RIPARTITI SOLTANTO QUANDO I NOSTRI OROLOGI AVREBBERO RAGGIUNTO QUELL’ORA LI’.
“MA VA’!” AVEVO ALZATO LE SPALLE, ANCHE SE NON SAPEVO BENE.
INVECE SIAMO RIPARTITI QUASI SUBITO E PAPI MI HA FATTO L’OCCHIOLINO, SORRIDENDO. IO L’AVEVO RIFATTO A BETTA, MA LEI NON HA SORRISO COME PAPI. ALMENO SUL SUO VISO NON SI VEDEVA, NON SI POTEVA VEDERE. PERO’ DENTRO DI LEI SI’, DI SICURO SI’.
FINITO IL VIAGGIO IN TRENO SIAMO SALITE SULL’ELICOTTERO. QUANDO C’ERO ANDATA CON PAPI, AL CAMPO DI VOLO, MI ERA PIACIUTO TANTISSIMO ANCHE SE IL GIRO ERA STATO BREVE. COSI’ A BETTA HO RACCONTATO SOLO DELLE CASE E DEI GIARDINI CHE AVEVO VISTO, TUTTAVIA CREDO CHE SI SIA DIVERTITA LO STESSO.DI MODELLINI DI AEREI INVECE NON NE HO, PERCHE’ GLI AEREI FANNO VIAGGI LUNGHI E IO LONTANO NON CI SONO MAI ANDATA. L’HO DETTO A BETTA E LEI HA BATTUTO DUE O TRE VOLTE LE PALPEBRE, PERCHE’ NON VOLEVA ASCOLTARE UN VIAGGIO CHE NON AVEVO FATTO.HO TIRATO FUORI DALLO ZAINETTO IL MODELLINO DELLA NAVE, MA NON MI ANDAVA DI FARLO MUOVERE SUL TAVOLO: SAREBBE UNA FINTA. PERCIO’ SONO ANDATA IN BAGNO, A PRENDERE LA CATINELLA DOVE LA MAMMA DI BETTA METTE LE COSE DA STENDERE. E’ BELLA GRANDE E IO HO VERSATO POCA ACQUA, PERCHE’ LA NAVE DI PLASTICA E’ LEGGERA E GALLEGGIA SUBITO. PERO’ LA CATINELLA PESAVA UN SACCO E IO CAMMINAVO PIEGATA IN AVANTI. COSI’ HO INCIAMPATO NEL TAPPETO, LA CATINELLA E’ CADUTA E L’ACQUA SI E’ ROVESCIATA SOTTO IL TAVOLO E ANCHE SOTTO LA POLTRONA DI BETTA. UN DISASTRO.SONO CORSA IN CUCINA A PRENDERE DEGLI STRACCI PER ASCIUGARE, MA NON LI HO TROVATI. ALLORA HO SROTOLATO DELLO SCOTTEX HE HA ASSORBITO UN PO’ D’ACQUA, NON TUTTA. QUANDO LA MAMMA DI BETTA E’ TORNATA , NOI DUE ERAVAMO ANCORA NELLA TEMPESTA.-NON FA NIENTE, CI PENSO IO- HA DETTO. E COSI’ HA FATTO.A BETTA BRILLAVANO GLI OCCHI E CREDO CHE SI SIA DIVERTITA PIU’ CHE SE FOSSIMO SALITE A BORDO. SAREMMO ANDATE ALL’ISOLA DELLA MADDALENA, PERCHE’ IN NAVE IO HO FATTO SOLO IL VIAGGIO DA GENOVA ALLA SERDEGNA. PERO’ CI SONO DEI GIORNI IN CUI LE NAVI NON PARTONO E NOI ABBIAMO BECCATO PROPRIO UNO DI QUEI GIORNI LI’.
CERTE VOLTE FACEVO COME BETTA, CON MAM E CON LA MAESTRA. SE MI DICEVANO “BRAVA!” PERCHE’ MI ERO COMPORTATA BENE O PERCHE’ RISPONDEVO PER PRIMA ALLA DOMANDE, INVECE DI METTERMI A SALTARE STAVO FERMA FERMA. CERCAVO DI NON MUOVERMI NEPPURE UN MUSCOLO, DI FAR VEDERE CHE ERO CONTENTA BATTENDO DUE O TRE VOLTE LE PALPEBRE.
ALL’INIZIO NON E’ STATO FACILE PER NIENTE, MENTRE ADESSO CI STO RIUSCENDO. SOPRATTUTTO A SCUOLA NON E’ DIFFICILE, PERCHE’ SE RISPONDO BENE ALLE DOMANDE DELLA MAESTRA SI GIRANO TUTTI VERSO DI ME CON CERTE FACCE DA PESCE LESSO!....
ORMAI IO E BETTA CI INTENDIAMO A MERAVIGLIA, BATTENDO LE PALPEBRE. SIAMO COMPLICI COME LO ERO CON NONNO ALDO E COME NON MI ERA PIU’ SUCCESSO. NEMMENO CON ANNA, LA MIA COMPAGNIA DI BANCO, BENCHE’ CI CAPIAMO AL VOLO.
CON BETTA E’ UN’ALTRA COSA, ADESSO CHE TUTTE E DUE SAPPIAMO TENERCI LA GIOIA DENTRO. E’ COME SE NE INFILASSIMO NEL NOSTRO CUORE UNA RISERVA, PER I MOMENTI NO. PERO’ CHE BUFFO: NON AVREI MAI DETTO CHE SI POTESSE FARE DI PIU’, CON MENO O CON QUASI NIENTE.“LE MIE CINQUE PAURE”. MENTRE DETTAVA IL TITOLO DEL TEMA, LA MAESTRA SVENTOLAVA UNA MANO CON LE DITA MOLTO ALLARGATE, PER FARCI VEDERE CHE DOVEVANO ESSERE PROPRIO CINQUE. FORTUNA CHE CON L’ALTRA STAVA SFOGLIANDO UN LIBRO, ALTRIMENTI SAREBBERO DIVENTATE DIECI E SAI CHE PIZZA! POI LA MAESTRA HA SPIEGATO CHE AVREMMO POTUTO SCRIVERE CINQUE TEMI BREVI, UNO PER OGNI PAURA, INVECE DI UNO SOLO PIU’ LUNGO. “SCRIVETE PERCHE’ LE AVETE, COME VI SENTITE E COME CERCATE DI VINCERLE” HA AGGIUNTO.NONOSTANTE TUTTI I SUGGERIMENTI DELLA MAESTRA IO CONTINUAVO A SOSTENERMI LA TESTA CON IL BRACCIO, SENZA RIUSCIRE A BUTTARE GIU’ NEMMENO UNA PAROLA. UFFA, COME SI FA A DIRE “CINQUE PAURE”? CERTE VOLTE IO HO PAURE DI TUTTO, MENTRE CI SONO GIORNI IN CUI MI SENTO UNA FATA CON LA BACCHETTA MAGICA E NON HO PAURA DI NIENTE.INSOMMA, NON MI VENIEVA NEANCHE UNA FRASE. ALLORA MI SONO GIRATA VERSO BETTA, CHE MI STAVA OSSERVANDO.
-C’E’ QUALCOSA CHE TI FA PAURA?- LE HO CHIESTO.
-OROLOGIO- HA DETTO BETTA, GUARDANDO L’OROLOGIO SULLA CREDENZA.
-MA DAI, UN OROLOGIO NON FA PAURA!- HO ESCLAMATO, INCREDULA.
-LANCETTE GIRANO…TEMPO VOLA…TU VIA.MI SI E’ BLOCCATO IL RESPIRO. ANCH’IO HO IL MAGONE QUANDO HO SENTITO UNA SCOSSA ELETTRICA PER L’IDEA CHE MI ERA VENUTA: CHIEDERO’ A MAM E A PAPI DI ADOTTARE BETTA, COSI’ LA CAMERETTA DI NONNO ALDO NON SARA’ PIU’ VUOTA. ANZI, PER NATALE MANDERO’ UNA LETTERA A GESU’ BAMBINO E UN’ALTRA LETTERA A BABBO NATALE. SE SI METTERANNO INSIEME, SAPRANNO CERTAMENTE CONVINCERE MAM E PAPI A FARMI QUESTO REGALISSIMO!TUTTA CONTENTA HO CERCATO DI SCARABOCCHIARE QUALCOSA PER TOGLIERMI LA LAGNA DELLE PAURE, MA NON C’E’ STATO VERSO. ANCH’IO, COME BETTA, ERO IPNOTIZZATA DALL’OROLOGIO SULLA CREDENZA E STAVO A POCO A POCO SCOPRENDO CHE COSA VUOL DIRE AVERNE PAURA.PERO’ NON MI ANDAVA DI SCRIVERNE, QUELLA DELL’OROLOGIO E’ UNA PAURA SOLTANTO NOSTRA, UN SEGRETO DI BETTA E MIO. FA PARTE DELLA NOSTRA COMPLICITA’ E NON DEVE SAPERLO NESSUNO. MI SENTO ANCORA IN SUBBUGLIO, SE PENSO CHE UNA PAURA COSI’ GRNADE E’ ANCHE UNA COSA TANTO BELLA.SONO GASATISSIMA E HO UNA VOGLIA MATTA DI COLORARE.PRENDO IL GIALLO PER FARE UNA STELLA, MA NON GRANDE GRANDE COME QUELLA DELL’ALTRA VOLTA, CHE POI NON SI CAPISCE CHE COSA SIA. CERCO DI DISEGNARE UNA STELLA VERA, CON LE SUE BELLE PUNTE, INVECE SALTA FUORI UNA MACCHIOLINA CHE SI PERDE NEL FOGLIO BIANCO. E NON POSSO NEMMENO INGRANDIRLO, PERCHE’ ALTRIMENTI SPARISCONO LE PUNTE E NON E’ PIU’ UNA STELLA…NE DISEGNO UN’ALTRA, VA’. UNA STELLA GIUSTA.
SI’, QUESTA MI PIACE. ADESSO CI METTO SOTTO UNA NUVOLA, COSI’ SEMBRA CHE PORTI LE DUE STELLE A SPASSO PER IL CIELO.MA TU GUARDA COME SONO ANDATA SU CON IL GRIGIO, E’ VENUTA FUORI UN’ACLISSI DI STELLE CHE NON MI PIACE PER NIENTE!
-QUESTE STELLE GRIGIE FANNO SCHIFO- SBUFFO, GIRANDOMI VERSO BETTA CHE STA FISSANDO IL DISEGNO. – ADESSO STRACCIO IL FOGLIO E LO BUTTO VIA.
-STELLE DI NEBBIA- SUSSURRA BETTA, INCHIODANDOMI LE DITA. PER POCO NON MI PRENDE UN COCCOLONE, PERCHE’ CI VEDO NONNO ALDO SULLA POLTRONA DI BETTA.
-TU SEI LA MIA STELLA DI NEBBIA- DICE BETTA, E IO MI SENTO PARALIZZATA COME LEI.
-ANCHE TU. ANCHE TU SEI LA MIA STELLA DI NEBBIA-MORMORO, APPENA RIESCO A RIPRENDERMI.SONO COSI’ FELICE CHE MI SEMBRA DI GUARDARE IL CIELO DELL’ALTO. PERO’ SONO CONFUSA, NON SO BENE SE L’HO DETTO A BETTA O A NONNO ALDO. PER UN PO’ RIMANGO LI’ A TESTA CHINA DONDOLANDO LE GAMBE, POI ALZO LENTAMENTE GLI OCCHI VERSO BETTA. INCONTRO IL SUO SGUARDO PUNTATO SU DI ME PER UN SORRISO LUNGHISSIMO IO E BETTA RIMANIAMO FERME FERME A GUARDARCI, ABBRACCIANDOCI CON GLI OCCHI.

FERNANDO ALBERTAZZI