William Shakespeare

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giuggyna
00giovedì 5 giugno 2008 14:35
(Sonetto 145)

Quelle labbra che Amor creò con le sue mani

Quelle labbra che Amor creò con le sue mani
bisbigliarono un suono che diceva "Io odio"
a me, che per amor suo languivo:
ma quando ella avvertì il mio penoso stato,
subito nel suo cuore scese la pietà
a rimproverar la lingua che sempre dolce
soleva esprimersi nel dar miti condanne;
e le insegnò a parlarmi in altro modo,
"Io odio" ella emendò con un finale,
che le seguì come un sereno giorno
segue la notte che, simile a un demonio,
dal cielo azzurro sprofonda nell'inferno.
Dalle parole "Io odio" ella scacciò ogni odio
e mi salvò la vita dicendomi "non te".
gughi potter
00giovedì 5 giugno 2008 22:58
Preferisco leggerlo in lingua originale, ma comunque bellissimo.
giuggyna
00venerdì 6 giugno 2008 16:44
si è molto bello
Hachi7
00domenica 29 giugno 2008 23:06
Shakespeare è inimitabile... [SM=g1416840]

Allora posto un bel sonetto!!!

SHAKESPEARE
SONETTO 18

Ti comparerò dunque a giornata d'estate?
Tu sei ben più leggiadro e meglio temperato:
Ruvidi venti sferzano i soavi boccioli di maggio
E il termine d'estate troppo ha breve durata;
Troppo ardente talvolta splende l'occhio del cielo,
E sovente velato è il suo aureo sembiante,
E ogni bellezza alla fine decade dal suo stato,
Spoglia dal caso, o dal mutevole corso di natura:
Ma la tua eterna estate non potrà mai svanire
Né perdere il possesso delle tue bellezze,
Né la Morte vantarsi di averti nell'ombra sua,
Poiché tu crescerai nel tempo in versi eterni.
Sin che respireranno uomini, e occhi vedranno
Di altrettanto vivranno queste rime, se a te daranno vita.



Fantastico.. [SM=g1416728]
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