Sgozzata a Catania: marito confessa

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Frida07
00mercoledì 1 aprile 2009 08:22

Procura dispone arresto per uxoricidio

Una donna di 41 anni, Maria Pia Scuto, è stata sgozzata selvaggiamente e quasi decapitata in casa a Catania. Per la sua morte, la Procura della città ha disposto l'arresto del marito, Giuseppe Castro, 35 anni, che ha confessato. Il reato è di uxoricidio. Nell'interrogatorio davanti al magistrato, Castro ha riferito che il movente del gesto è stata la gelosia. La donna chattava con altri uomini e lui non sopportava più il suo comportamento.

Il marito: "Non sopportavo il suo comportamento"
Nell'interrogatorio Giuseppe Castro avrebbe detto: "Non sopportavo più la situazione, il suo comportamento, ero disperato" hanno riferito gli investigatori. Le amicizie su internet della donna e il troppo tempo da lei trascorso al computer avevano scatenato continui litigi con il marito. Inoltre, lui di sei anni più giovane di lei, era disoccupato mentre lei, figlia di un noto costruttore degli anni Sessanta, Gregorio Scuto, morto nel 1988, era economicamente indipendente. Così Giuseppe avrebbe maturato la decisione di uccidere Maria Pia.

Aggredita alle spalle
Secondo quanto raccontato dallo stesso uomo, Castro avrebbe aggredito la moglie alle spalle mentre era davanti al computer, nel loro appartamento al settimo piano di una via centrale di Catania, e recidendole la gola con un taglierino, che non è stato trovato. Poi avrebbe infierito anche sulla schiena della donna spezzandole la spina dorsale. I tre pc della casa sono stati sequestrati dagli inquirenti.

Testimoni il figlio 15enne e la suocera
L'omicidio sarebbe avvenuto sotto gli occhi sgomenti del figlio della coppia, di 15 anni, e della madre della vittima, che vive in un appartamento aattiguo. Suocera e genero, secondo i vicini, non erano mai andati d'accordo. Pare anche che i contrasti tra loro fossero anche tra i temi scatenanti delle liti continue tra i due coniugi. Dopo il delitto, l'anziana ha continua a imprecare contro Giuseppe.

Il figlio 15enne confessa poi ritratta
Inizialmente la vicenda aveva assunto i contorni del giallo. E' stato lo stesso marito a comporre il numero del 113 e dire alla polizia: "Ho ucciso mia moglie, venite a prendermi". Poi, è intervenuto il figlio 15enne addossandosi in un primo momento la responsabilità della morte della madre. In seguito aveva ritrattato: "Ho mentito perché non sopportavo l'idea di vedere mio padre in carcere e le mie sorelle più piccole, di 6 e 8 anni, crescere senza il papà". Da ambienti investigativi si è saputo che il ragazzo, dopo l'uccisione della madre, avrebbe telefonato ad una cugina dicendo "Venite, venite la mamma non c'è più". Nelle prossime ore il ragazzo sarà nuovamente ascoltato, ma questa volta alla presenza di uno psicologo.

All'esterno della questura, dove padre e figlio sono stati interrogati, si sono riuniti i fratelli e la cognata dell'uomo arrestato per l'omicidio della moglie. Dopo l'arresto, Giuseppe Castro è stato condotto in carcere.




tgcom
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