Paoli,polemiche per brano pedofilia

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Frida07
00sabato 24 gennaio 2009 08:39

Sarà sentito da commissione infanzia

Il suo nuovo album "Storie" è appena uscito e su Gino Paoli si scatena la polemica: pietra dello scandalo è "Il pettirosso", uno dei brani contenuti nell'ultimo lavoro dell'artista che festeggia 50 anni di carriera. Una canzone che narra di uno stupro di un vecchio nei confronti di una bambina di 11 anni, in cui lui alla fine muore e lei ne prova pietà. Il cantante è stato convicato dalla commissione bicamerale per l'Infanzia.

Paoli sarà ascoltato nell'ambito di una indagine conoscitiva che la commissione, presieduta da Alessandra Mussolini, sta svolgendo sulla pedopornografia. "Nessuna censura all'artista - ha precisato la Mussolini -, ma attenzione ai 'messaggi fuorvianti' sulla pedofilia, anche di un testo di una canzone, che possono essere molto devastanti. Per il pedofilo non c'è perdono".

Nel brano "incriminato" né la parola né il concetto di "perdono" appaiono mai. Paoli dal canto suo per il momento non risponde all'invito della commissione ma ha fatto sapere che il testo è chiaro e non ha bisogno di ulteriori approfondimenti. Parlando ai giornalisti ha spiegato che la canzone parla di "umanità, una parola importante da capire. La scopre solo il bambino, che non ha sovrastrutture", mentre in un'intervista ad "Avvenire" ha spiegato che nel brano la bambina "davanti al vecchio pazzo che dopo la violenza le muore sotto gli occhi, esercita quella pietas cristiana di cui invece la società nella sua spasmodica ricerca del mostro ha perso traccia''.

Spiegazioni che non sembrano convincere le associazioni che si sono levate contro la canzone. Per Pietro Zocconali, presidente dell'Associazione Nazionale Sociologi, ''non si può prefigurare una pietas, cristiana o laica che sia, riguardante solo la coscienza di chi soggettivamente ha patito l'onta di una violenza" mentre secondo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della commissione, è "singolare che in poche righe ci si possa inoltrare in percorsi talmente intimi e soggettivi, come la pietas cristiana, prefigurando un'indulgenza tutt'al più spettante alle professioni religiose". Il Moige (Movimento Italiano Genitori) giudica ''positiva e dovuta'' la richiesta della commissione e dice che la canzone "tratta la piaga delle pedofilia in maniera ambigua: un testo del genere non può essere diffuso senza pensare alle eventuali conseguenze".



tgcom
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